1 dicembre 2016

Un ricordo di Joe

Sono, queste, ore di cordoglio nella comunità dei giocatori di tutto il mondo per la scomparsa prematura di Joe Dever. Non mi soffermo a ricapitolare la sua carriera e le sue opere, perché c'è chi l'ha già fatto meglio di come potrei fare io, e perché tutti noi conosciamo bene ciò che Joe, negli anni, ha voluto dirci di sé.

La cosa che più mi ha colpito, nelle tante attestazioni di affetto che si stanno susseguendo da quando è stata resa pubblica la notizia della sua dipartita, è il tratto comune che le contraddistingue: nessuno di noi poteva vantare un'amicizia o una frequentazione nel senso stretto del termine con Joe, eppure lo sentivamo vicino, cordiale e sempre disponibile. Come ha ben detto Mauro Longo, ci sono autori da 1.000 copie che si atteggiano al George Martin della situazione e fanno gli schizzinosi coi loro ammiratori; mentre Joe, un'autore conosciuto, amato e tradotto in tutto il mondo era una persona estremamente affabile e alla mano, consapevole che la sua fama era radicata nell'affetto e nella stima dei suo fan.

Voglio quindi limitarmi a condividere con voi un piccolo ricordo che ho di lui, e che ci dice qualcosa di come era fatto questo cavaliere d'altri tempi, questo sassone gentile e ammodo.


Lucca 2015, Joe Dever annuncia sulla sua pagina FaceBook che l'edizione italiana del n. 29 sarà disponibile anche in una versione variant numerata. Io la voglio! Ma già so che arriverò tardi a Lucca e che quindi troverò questa edizione speciale già esaurita. Quindi scrivo a Joe e gli chiedo se, per favore, può tenermi una copia in serbo. Lo faccio così, quasi per scherzo; so benissimo che Joe avrà mille cose da badare e mille persone cui dare retta a Lucca, e che quindi non mi aspetto davvero che mi faccia questa cortesia. Nonostante tutto, pochi minuti dopo che gli ho scritto, lui mi risponde "Will do!"

Arriva il primo giorno di Lucca, ed io arrivo in Fiera nel pomeriggio. Mi fiondo presso il suo stand e naturalmente trovo la fila. Butto uno sguardo sul bancone e, come mi aspettavo, dell'edizione variant nemmeno l'ombra. Pazienza. Arriva il mio turno, prendo dal bancone una delle copie ordinarie di LS29 in esposizione, saluto Joe, scambiamo due rapidissime chiacchiere, e gli porgo la mia copia (assieme ad una scatola del GDR) per la dedica di rito.

Joe mi guarda con aria stupita e mi fa: "No, Andrea.". Poi si gira e da una scatola di cartone tira fuori una copia variant che mi aveva tenuto da parte. La dedica e me la porge con quel suo sorriso un po' affaticato che abbiamo tutti conosciuto. Tra le sue migliaia di fan, aveva trovato un attimo per far sentire speciale me, uno dei tanti.

Facciamo la foto di rito e, a costo di far irritare gli altri in fila, scambiamo altre due parole. Mi dice che la musica che viene da uno stand dietro di lui gli sta "fracassando i timpani", e mi chiede se anche quest'anno (come quello scorso) abbiamo organizzato una cena.

Purtroppo no, non l'abbiamo fatto.

1 commento:

  1. Davvero un ricordo speciale per una persona unica. Purtroppo erano anni che non riuscivo ad andare a Lucca per impegni di famiglia e sono riuscito ad organizzarmi solo per novembre scorso.... purtroppo la malattia aveva già deciso di non lasciarlo e riproporsi....Il suo ricordo però sopravviverà a questo periodo triste.
    Gianfranco

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