11 giugno 2012

Due parole su Robert E. Howard

Sono forse non moltissimi a conoscere Robert Ervin Howard, ma tutti conoscono il suo lascito alla cultura letteraria d'occidente: il celeberrimo Conan il Barbaro, conosciuto in lingua inglese come Conan the Cimmerian.

Conan, eroe degli eroi, nacque dall'immaginazione di Robert Ervin Howard (1906 - 1936) di Cross Plain, Texas. Fu un prolifico scrittore di narrativa popolare, la cui carriera coincise con la fase di massima popolarità dei pulp magazines: dei periodici di narrativa, oggi praticamente scomparsi dal panorama della letteratura americana.

Durante la sin troppo breve decade della sua attività di scrittore, Howard scrisse fantasy, fantascienza, western, storie sportive ambientate nel mondo della boxe, racconti a sfondo storico, polizieschi, avventure orientali ed anche qualche verso di poesia. Ma di tutti i suoi eroi, quello che è riuscito a fare piena breccia nella cultura di massa contemporanea è senz'ombra di dubbio il suo Conan. Nel genere letterario cosiddetto fantasy, le storie di Conan hanno reso Howard secondo per popolarità soltanto all'impareggiabile Tolkien.

Howard nacque nel 1936 a Peaster, in Texas e in quello stato visse praticamente tutta la sua breve vita, salvo per qualche rara visita in un paio di stati confinanti ed una nel vicino Messico. Suo padre era un modesto medico di paese originario dell'Arkansas: un uomo dai modi bruschi e impositivi. La madre di Howard, originaria di Dallas, trascorse tutta la sua vita pensando di essere nettamente al di sopra dal punto di vista sociale e culturale di suo marito, così come di tutta la comunità di Cross Plains, dove la famiglia Howard si trasferì nel 1919.

Entrambi i genitori si dimostrarono spasmodicamente possessivi nei confronti del loro unico figlio. Quando era ancora ragazzino, la madre vigilava ossessivamente sulle sue frequentazioni, decidendo di volta in volta chi il giovane Robert potesse frequentare e chi no. Quando crebbe, fu sempre la madre a scoraggiarlo dal frequentare le ragazze, così che solo due anni prima della sua morte riuscì ad intrattenere un qualche rapporto con una donna, una giovane insegnante. Per il resto Robert crebbe in un'adorazione morbosa per la madre, spesso malata a causa di una incipiente tubercolosi.

Fragile e oggetto di angherie da ragazzo, Robert tuttavia crebbe come un uomo forte e dalla stazza impressionante, quasi 100 Kg di muscoli. Amava tenersi in allenamento facendo sollevamento pesi e praticando il pugilato.

A dispetto della sua apparenza rude, Robert fu un vero e proprio divoratore di libri, sebbene senza un orientamento preciso né una guida intellettuale al suo fianco. Sin da bambino decise che avrebbe intrapreso la carriera di scrittore. Quando, nel 1928, decise di ritirarsi dalla Howard Payne Academy dopo aver gettato alle ortiche un anno di studi inconcludenti, suo padre acconsentì a che Robert tentasse la carriera di scrittore freelance per qualche giornale locale. I risultati tutto sommato incoraggianti che ottenne, convinsero i suoi genitori a lasciarlo fare.

Robert era facile preda di ripetuti sbalzi d'umore, durante i quali alternava momenti di vitalità ed allegria ad altri di profonda depressione. Fu verso la fine dell'adolescenza che cominciò a subire il fascino del suicidio, sebbene inizialmente solo quale suggestione letteraria. Nel corso degli anni questa ossessione crebbe, fino a divenire un pensiero costante nella sua mente. In più di un'occasione lasciò capire al padre ed ai pochi amici di non avere alcuna intenzione di sopravvivere a sua madre, ma nessuno diede credito a queste fantasticherie.

Nel 1936 Robert Ervin Howard era uno dei più famosi scrittori di narrativa popolare di tutta America e certamente l'uomo più in vista di Cross Plains. Godeva di ottima salute, un reddito invidiabile per l'epoca ed il luogo, un numero sempre crescente di ammiratori ed una felice carriera letteraria davanti a sé.

Ma quando sua madre entro in coma terminale a causa della tubercolosi che la stava uccidendo, prese la sua auto, uscì dall'abitato di Cross Plains e si sparò in testa.

Dal 1926 al 1930, Howard scrisse una serie di racconti basati un eroe fantastico chiamato Kull: un barbaro originario della perduta Atlantide che diviene re di un grande regno con le sue sole forze. Il successo di queste storie fu decisamente scarso: dei nove racconti che scrisse riuscì a venderne soltanto tre a Weird Tales. il più famoso pulp magazine dell'epoca che ospitava, tra gli altri, anche i lavori di Lovecraft, Ashton-Smith e Robert Bloch, lo sceneggiatore del celeberrimo Psycho di Hitchcock.

Nel 1932, Howard tirò fuori dal cassetto le storie rimaste invendute di Kull e decise di riscriverle con un nuovo protagonista, il Cimmero Conan, e di introdurvi anche elementi stregoneschi e soprannaturali, assenti nei racconti di Kull. Fu così che La Fenice sulla Spada (The Phoenix on the Sword) venne pubblicato. Dal quel momento in poi Conan e la sua saga occuparono l'attività di scrittore di Howard per molti anni. Diciotto storie vennero pubblicate, altre vennero rifiutate dagli editori o rimasero incompiute. Queste ultime vennero pubblicate solo dopo la sua morte grazie al lavoro di Lyon Sprague de Camp, Lin Carter, Bjorn Nyberg e molti altri sinceri ammiratori di questo scrittore che forse poco ha dato alla vita ed alla letteratura, ma moltissimo alla cultura di massa dell'occidente.

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