9 novembre 2012

Memorie dal lontano 1987...

Nel 1987 un appassionato di Giochi di Ruolo di Roma e dintorni aveva la sua unica Mecca in Strategia e Tattica, ai tempi un negozietto dietro al Colosseo con un paio di anguste stanze per l’esposizione, e una saletta per il gioco.

In agosto ho trovato in rete uno scarno comunicato stampa, che nell'incipit reca:

Nel corso dell'assemblea straordinaria dei soci tenutasi a Roma il 2 agosto scorso, la società Strategia e Tattica s.r.l. è stata sciolta e messa in liquidazione. Chiude così i battenti, dopo quasi 30 anni di attività, uno dei più noti negozi specializzati della Capitale e del Paese.

Ricordo Strategia e Tattica come un luogo esoterico, intriso del profumo di carta, frequentato da figure che solo qualche anno dopo avrebbero avuto quel nome preciso importato dall'America: nerds!

Gli storici gestori, allora poco più che ventenni, mi sembravano sempre impegnati in conversazioni su questo o quel gioco, li sentivo evocare nomi esotici e suggestivi, dare consigli per gli acquisti e le house-rules, e narrare le prodezze delle loro sessioni di GdR. Posso dire di aver visto i capelli e il barbone neri come la pece di uno dei proprietari farsi via via bianchi nel corso degli anni...

Non c’era internet e regolamenti e moduli circolavano solo in originale cartaceo (e occasionalmente in fotocopia…). La maggior parte dei prodotti erano in inglese, ma per noi le barriere linguistiche non rappresentavano un problema. In effetti, per me e i miei amici, tutti tredicenni squattrinati, le visite a Strategia avevano un ché di surreale, qualcosa di molto simile al Marcovaldo al Supermercato di Italo Calvino: trascorrevamo ore fra gli scaffali, sfogliando regole e supplementi, ne discutevamo fra noi, chiedevamo consigli, sbirciavamo con discrezione le scelte degli altri clienti, accumulavamo un bel po’ di materiale… ma alla fine la nostra scelta cadeva quasi sempre sulle cose più economiche: una certosina cernita dettata dalla magrezza delle nostre finanze, in virtù della quale oggi possiedo una collezione di pezzi pressoché introvabili, in larga parte amatoriali, anche se di scarso valore collezionistico.

Quelli erano gli anni della Silver Age (o secondo alcuni della Electrum Age) dei Giochi di Ruolo: anni in cui venne pubblicata una grandissima quantità di giochi, sourcebook ed avventure, non sempre di qualità. Un nome per tutti: l’orribile Maztica, ambientazione per Advanced Dungeons&Dragons dal sapore “precolombiano”. Per i romani - o quelli dei Castelli Romani come me - "Maztica" richiama alla mente una battuta triviale ma molto divertente, che noi mormoravamo ridacchiando mentre ne commentavamo le illustrazioni involontariamente ridicole...

Ripensandoci, se avessi avuto un po’ più di quattrini in tasca avrei potuto acquistare pezzi che oggi vengono battuti su eBay anche a diverse centinaia - se non più di un migliaio - di euro! In particolare, mi rimarrà sempre sullo stomaco non aver potuto acquistare un volumetto con le illustrazioni fustellate dei mostri de Il Richiamo di Cthulhu. Se chiudo gli occhi ancora riesco a vederlo nitidamente, tante sono le volte che l’ho sfogliato e risfogliato e risfogliato, sino al giorno in cui non l’ho più trovato sullo scaffale.

In una giornata piovosa dell’autunno 1987 trovai sulla mensola collocata nel disimpegno che collegava l’ingresso alla seconda saletta, uno scarno libretto con la copertina di cartoncino nero. Si intitolava In Cerca di Fortuna - un racconto fantastico in cui il protagonista è il lettore, ed era il primo LibroGame italiano mai scritto, opera di Andrea Angiolino.

All’epoca non conoscevo Andrea Angiolino (lo avrei ritrovato nel 1991 sulle pagine della mitologica rivista Kaos, per poi riuscire a conoscerlo di persona solo qualche mese fa), ma sapevo benissimo cosa fossero i LibroGame perché ne ero un appassionato divoratore. Fu I Signori delle Tenebre, primo numero della serie di Lupo Solitario, infatti, a segnare il mio coinvolgimento nell’hobby nel 1984; un coinvolgimento che ad oggi - in questo ultimo scorcio dell’anno 2012 dell’Era Volgare - è proseguito da allora praticamente senza soste.

£ 7.000 (IVA inclusa) non erano proprio uno scherzetto: ci avrei potuto comprare qualche dado fortunato e un numero di una di quelle fanzine artigianali che mi piacevano tanto. Invece acquistai In Cerca di Fortuna. E non me ne sono mai pentito. Lo stile della scrittura, la semplicità delle regole, le illustrazioni del gioco, l’ambientazione: era tutto perfetto e in qualche modo prefigurava quel capolavoro assoluto del fantasy mediterraneo che avrei conosciuto nel 1990 e che va sotto il nome di Kata Kumbas: il mio Gioco di Ruolo preferito di sempre - e si che posso dire di averne giocata di roba in trent’anni di onorata carriera!

Ecco, In Cerca di Fortuna - assieme a poche altre cose - da allora si è depositato nel profondo del mio immaginario ludico come un oracolo psicomagico.

È anche per questo che oggi sono un Cavaliere della Old School Renaissance (OSR): un movimento di ultra-nerds, nei dintorni della quarantina di anni, che tiene aperti blog sui Giochi Di Ruolo di quell’epoca felice e per noi spensierata, traduce e pubblica vecchio materiale introvabile, scrive lunghi pezzi - come il presente - sulle proprie memorie intrise di dolcissima nostalgia.

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