Ma bando alle ciance. La parola a Raina.

Tralasciando le anomalie dinastiche di Gundobad, che obbligano i primogeniti a un’ordalia narrativa, il viaggio si rivela frenetico a causa di ripetute catabasi (grotte, pozzi) e anabasi (torri, ascensioni in montagna). Sebbene Clovis possa vantare un’abilità sovrannaturale (un bel 12!) un lento stillicidio accompagna il suo sentiero di guerra.
Eppure non sono i sette combattimenti multipli contro una fauna più o meno fantastica a mettere fine alla sua avventura, quanto la sfortuna o, peggio ancora, la mancanza di un oggetto. Così un demone si ruba l’anima dell’aristocratico Clovis, inaugurando forse una nuova stagione democratica nelle terre del Pascià Vulfolaic. La morale, ancora una volta, è che il vero talismano da recuperare, o meglio ancora, da imboccare è il true path. Paragrafetti ermetici, stile scarno e ovvietà non rendono la lettura memorabile. Una Corona dei Re, Jackson e le chine di John Blanche sono ingredienti per ben altri librogame. Ecco: questo è stato scritto da Chapman e Allen. Appunto.
PS L’elemento più originale della lettura è il nome Vulfolaic, troppo strano per essere finto. Infatti è un curioso saccheggio dalla mitologia germanica: si tratta di 'Colui che Balla come un Lupo', guerriero di Odino. Ma è pure un santo delle Ardenne. Così ecco che il cerchio si chiude e si spiega il pastiche merovingio dei due gemelli protagonisti: Lotario e Clodoveo!"
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