18 febbraio 2016

Recensione: Shadows of Hong Kong

Neanche a farlo apposta, qualche giorno fa ho pubblicato una retrospettiva sui tre capitoli usciti sinora del superlativo DGDR Shadowrun Returns. Neanche a farlo apposta perché il 5 di febbraio la software house indipendente Harebrained Schemes ha fatto uscire Shadows of Hong Kong: una mini campagna ufficiale nuova di zecca per la terza installazione del brand, Shadowrun Hong Kong. Per essere esatti, tutto il gioco è stato risistemato e va ora sotto il nome di Shadowrun: Hong Kong - Extended Edition. Dopo un primo rilascio un tantino buggato, siamo ora alla versione 3.1.1 che sistema qualche piccola noia del gioco.

Shadows of Hong Kong contiene circa sei ore di gioco - laddove la campagna principale ha una durata di circa 20 ore - articolate su una missione principale divisa in due parti, più un paio di side quests come al solito molto simpatiche. L'aspetto particolarmente apprezzabile è che sia questa campagna che l'aggiornamento del gioco sono completamente gratuiti per chiunque possieda una copia della prima installazione di Hong Kong; e in questi tempi di DLC a pagamento, di microtransazioni in-game dove ti chiedono di sborsare quattrini per qualunque gadget o personalizzazione - anche nei titoli tripla A - è bello vedere una casa indipendente ancora coi piedi per terra e al servizio dei giocatori, come dovrebbe essere.

La storia di SOHK riprende esattamente da dove era terminato il primo capitolo della storia, con il protagonista ed i suoi inseparabili amici ormai diventati shadowrunners rinomati e temuti in tutta la città. Stavolta l'elemento soprannaturale è del tutto assente dalla trama, che invece strizza decisamente l'occhio agli action-movie a stelle e strisce. Senza spoilerare troppo, limitiamoci a dire che uno dei possibili finali è un classico del genere: quello in cui potremo riabilitare del tutto il nostro nome e ricominciare una vita "normale", lasciando la professione dello shadowrunner; ma per farlo ovviamente dovremo comportarci da bravi cittadini e collaborare con le autorità (corporative, ça va sans dire).

A tutto ciò si aggiunge un ulteriore ritocco del motore di gioco e dell'editor delle avventure, unitamente alla correzione di alcuni pecche che affliggevano la campagna principale e ad un commento audio del gioco, inserito in-game in un modo davvero simpatico e inconsueto.

Non c'è che dire: anche stavolta la Harebrained ha fatto centro con un DGDR OSR di altissima qualità, che farà impazzire noi della vecchia guardia, ma che sono certo piacerà anche ai neofiti.

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